Torna a Home
Torna a Storie e Luoghi
Un tuffo nel passato
Autore: ekos - Caricamento fatto il: 2020-06-21 15:03:44
di Pier Roberto Renzi:
Un tuffo nel passato....una volta la vita nel paese era scandita da eventi ripetitivi come le "vegghie" (veglie).
Nelle calde sere d'estate le veglie erano quei momenti di raccoglimento che avvenivano alla sera davanti alla propria casa, insieme ai propri genitori, ai vicini e ai propri nonni, momenti passati a ridere, a correre, a dare la caccia ai pipistrelli, a catturar lucciole e a giocare a nascondino.
Le veglie invernali invece si tenevano solitamente davanti ai camini, e ancora prima, si tenevano nelle stalle, perché era il luogo più caldo della casa, proprio grazie al calore generato dal corpo e dal fiato delle tante bestie che servivano per effettuare i lavori di traino e di aratura nei campi.
Dopo cena le famiglie si trasferivano al completo nelle stalle, dove spesso si univa a loro qualche vicino, o qualche giovanotto che veniva a fare la corte alle ragazze giovani di casa.
Anche durante la veglia, a meno che non fosse festa, i contadini non stavano mai con le mani in mano, c’era sempre qualcosa da fare.
C’era chi aggiustava gli attrezzi, chi intrecciava i cesti di vimini, chi faceva le scope con i rami di saggina, chi sgranava le pannocchie, chi preparava le trappole per gli uccelli da mettere il giorno dopo presso i pagliai nell’aia…..tanti erano i piccoli lavori da fare di tutti i giorni.
Ma più di tutti lavoravano le donne che con l’inizio dell’inverno avevano rimontato il telaio e ripreso il lavoro della filatura e della tessitura , senza contare il lavoro ai ferri per le calze e le maglie di tutta la famiglia che di certo una volta non si compravano nei centri commerciali come si fa invece oggi, o direttamente su Amazon.
Ma mentre le mani erano occupate in cento cose, non mancavano di fiorire i racconti e gli aneddoti, più o meno fantasiosi sui fatti recenti, o passati che avevano interessato la comunità.....ricordi e avvenimenti avvenuti durante la guerra, o a volte, questi racconti si ispiravano a delle favole, o a storie di maghi, demoni, o folletti, che invece incantavano soprattutto i più piccoli.
Una volta erano tanti quei luoghi dove si diceva che “si vedeva”, o “si sentiva”, specialmente di notte lungo strade fiancheggiate da grandi siepi, in palazzi disabitati, o nei pressi di mulini, o ponti e conventi…..
Ma cosa si vedeva?
…..e cosa si sentiva?
Ovviamente nessuno a quel tempo aveva il coraggio di nominarlo, ma era proprio il diavolo.
Perché in campagna una volta le notti erano veramente lunghe e particolarmente buie, di un buio che oggi non possiamo nemmeno immaginare, e anche con la luna, chi si trovava a dover viaggiare dopo il tramonto lo faceva sempre con passo svelto e attento ad ogni più piccolo rumore, perchè anche il rumore dei propri passi, poteva a volte come un "miraggio", dare l’impressione di essere seguiti da qualcuno e di avere a che fare proprio con un fantasma, o con un’anima in pena, o addirittura con il diavolo in persona.....e così nascevano magicamente queste storie che venivano così immagazzinate nel raccoglitore dei ricordi dei monteciccardesi....storie impregnate di emozioni e trasudanti di paura, che, un po’ vere e un po’ inventate, si raccontavano, un inverno dopo l’altro nelle veglie, quando ancora non esistevano né le radio e nemmeno la televisione.....
Qualche aneddoto dove si diceva che “si vedeva”, o “si sentiva”, era legato proprio al famoso Conventino di Monteciccardo, o presso il monumento dei Caduti per la Patria, o nei pressi dell'edicola posta nella stradina che porta da Monteciccardo al Conventino.....dovete anche sapere che qualcuno faceva sempre quel tratto di corsa, quando andava a trovare i suoi parenti, proprio per evitare qualche incontro poco gradito...
Durante le veglie questi aneddoti iniziavano proprio così.....miei cari bambini, oggi vi racconto una storia.....lo sapevate che a Monteciccardo, nelle notti buie e tempestose, tra le stanze dell'antico Conventino, "si sente" e "si vede" ancora oggi....?
Bambini miei, dovete sapere che a fianco del Conventino c'è proprio un cimitero e a volte, qualcuno, o qualcosa, sbuca all'improvviso tra le vecchie crepe di quei vecchi muri in pietra....bambini miei voi dovete anche sapere che proprio in questo antico luogo ci sono dei tesori nascosti in qualche anfratto che però ancora nessuno è riuscito a scoprire......e all'interno dei sotterranei del Conventino esistono dei passaggi segreti che nessuno sa dove portino...
Ancora oggi infatti, numerosi monteciccardesi affermano di aver percepito strane presenze presso il Conventino di Monteciccardo, a partire dallo spettro che si preannunciava dal tipico profumo di dolce appena sfornato, oppure della presenza dello spettro del frate archivista, all'interno della sala che veniva utilizzata come biblioteca dai frati che un tempo risiedevano in questo antichissimo luogo.
Alcuni infatti affermano di aver percepito distintamente in questa sala, il tipico rumore che fanno le pagine di un libro quando vengono sfogliate, o di aver sentito distintamente un brusio in sottofondo come se qualcuno stesse recitando qualche litania, o preghiera in latino, senza poi dimenticare il fantasma del cagnolino che almeno fino agli anni trenta del 900, accompagnava i viandanti di ritorno fino a Ginestreto, o di aver avvertito distintamente dei gemiti nei sotterranei del Conventino, come se fossero il pianto di qualche bambino.
Gemiti avvertiti distintamente anche da alcuni operai durante l'ultimo restauro del Conventino che dopo questo inquietante fatto, decisero di non ritornare più sul loro luogo di lavoro
Immagine: L'ombra dell'innominabile - presso il Conventino di Monteciccardo (PU)